Cos’è
L’applicazione dei campi magnetici a finalità terapeutiche rientra tra i più antichi metodi di cura. Con i campi magnetici si possono avere i seguenti effetti:
- Effetti puramente magnetici, che determinano un orientamento degli elementi cellulari, degli organuli subcellulari e di macromolecole, c’è una rotazione dei gradienti di concentrazione, cambiamento dell’organizzazione dei liquidi contenuti nei tessuti;
- Effetti puramente elettrici, l’entità degli effetti dell’interazione tra campo elettrico e tessuti biologici sarà funzione delle caratteristiche dell’onda.
L’azione dei campi magnetici è diretta su:
- Molecole protoplasmatiche,
- Membrana cellulare,
- Tessuto nervoso.
L’effetto principale esercitato dai campi elettromagnetici è quello di determinare la rimozione del potenziale di lesione e il riequilibrio dei potenziali elettrici della membrana, questo determina un aumento della permeabilità selettiva cellulare, a cui segue il ripristino della fisiologica differenza di potenziale di membrana.
Questa terapia trova indicazione nelle pseudoartosi, nelle osteonecrosi, nel morbo di Perthes, nelle tendiniti croniche, ma l’indicazione più nota è nella patologia traumatica delle ossa.
Si possono utilizzare campi elettromagnetici anche nelle malattie vascolari, quali arteriopatie e flebopatie, nel morbo di Raynaud e nelle arteriopatie obliteranti degli arti inferiori.
Tra le patologie dermatologiche si sono avuti buoni risultati nella psoriasi e nell’herpes zoster.
L’apparecchio
L’apparecchio per magnetoterapia è un dispositivo che genera un campo magnetico ben caratterizzato in intensità, andamento del campo e forma d’onda. Il campo magnetico può essere emesso da un solenoide o da placche da contrapporre sul segmento di applicazione. I campi magnetici più usati sono prodotti da correnti sinusoidali o da correnti di frequenza variabile e possono essere erogati in continuo o con pause, in questo caso prendono il nome di campi magnetici pulsati (CEMP).
Controindicazioni
Le controindicazioni assolute sono per i portatori di pacemaker, donne in gravidanza. Se ne sconsiglia l’uso negli stati emorragici e trombotici. Gli effetti collaterali sono cefalea, astenia, insonnia, irritabilità, parestesie.
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